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PROGETTO ACCOGLIENZA 

Primi passi per la creazione di un rapporto educativo significativo

PREMESSA

Con il primo colloquio a maggio e poi l’inserimento ha inizio un percorso educativo che ha come protagonisti genitori, bambini ed anche insegnanti, un viaggio fatto di tante novità, momenti di crescita e di scambio, ma anche qualche difficoltà che dovrà però essere motivo di stimolo e di forza per raggiungere le tante tappe che ci aspettano.

Ci piace usare la parola ambientamento per indicare la prima fase di approccio e conoscenza della scuola dell’infanzia; ambientarsi vuol dire “far proprio l‘ambiente”, conoscerlo poco a poco, scoprire gli spazi disponibili e gli oggetti che, dapprima sconosciuti, diventano via via familiari, accettare persone nuove, altri bambini, altri adulti, e infine riuscire a separarsi serenamente da mamma e da papà, consapevoli del loro ritorno.

E’ un evento nuovo anche per i genitori che dovranno gestire una situazione caratterizzata da emozioni un po’ contrastanti (la difficoltà di separarsi dal loro bambino e la gioia di vederlo sereno in un nuovo ambiente e con nuovi adulti). Le insegnanti sono a loro disposizione, ogni mattina, giorno dopo giorno, perché anche gli adulti “possano lavorare” per costruire un rapporto di fiducia reciproca, fatto di dialogo quotidiano, anche al di là delle occasioni formali, che ci saranno, ma che non dovranno essere l’unico momento in cui ci si potrà sentire liberi di confrontarsi. Solo così si vivrà un ambientamento sereno e una permanenza all’asilo armoniosa.

L’ambientamento è un percorso graduale che richiede costanza e pazienza, è un lento processo di separazione e accettazione del distacco. Questo momento non deve in nessun caso assomigliare ad una fuga, da parte dei genitori, che non devono lasciare il bambino di soppiatto, anzi, occorre che lo salutino e rassicurino sul fatto che torneranno.

 

Proprio perché tale periodo è dedicato all’accoglienza e all’accompagnamento all’interno di uno spazio nuovo, la Scuola dell’Infanzia, intesa sia dal punto di vista fisico che umano,  ne abbiamo individuato una parola rappresentativa, cura. Tale termine implica mille piccole azioni quotidiane rivolte al singolo in quanto persona, unica ed importante nella sua integralità e nel suo personale percorso di crescita il quale non può e non deve essere ridotto ad un prefissato meccanismo di passaggio da un punto ad un altro, ma riconosciuto nella sua vera essenza: esso è un rapporto in divenire da vivere, fatto di incontri e di relazioni sincere. Il gesto di cura implica un io che si protende verso un tu, due entità apparentemente identiche, ma profondamente differenti che finalmente si guardano e non solo si vedono.

SPAZI

La sezione può essere intesa come un micro ambiente (parte del più vasto ambiente-scuola) all’interno del quale il bambino vive relazioni significative con i compagni e con le insegnanti. Esso quindi è un luogo di vita vissuta e pertanto deve essere strutturato in modo da permettere sia l’azione di cura che lo sviluppo e la soddisfazione dei bisogni (intesi sia in senso primario che come percezione di un qualcosa che manca) dei bambini. Pertanto, nella fase di strutturazione della stessa, l’insegnante sceglie di integrare la necessità pratica di contenimento del gruppo classe al desiderio di permettere ai bambini di scegliere spazi-gioco ben definiti e separati l’uno dall’altro, in modo da divenire dei micro mondi all’interno dei quali far esprimere la propria fantasia.

Gli effetti personali sono riposti negli armadietti posti all’esterno della classe, contrassegnati con nome e disegno di sé stessi creato durante tale periodo, così da facilitarne l’iniziale individuazione.

Nella sala della nanna cuscini, lenzuola, coperte e lettini sono stati contrassegnati con il nome di ogni bambino: è importante infatti che la posizione di questi ultimi all’interno della stanza non venga mai modificata, oltre che per motivi igienici, anche per facilitare l’interiorizzazione della routine e rafforzare il sentimento di appartenenza.

 

MODALITA’

L’ambientamento ha una durata di circa dieci/quindici giorni e si svolge seguendo le necessità del bambino: è l’insegnante che, di giorno in giorno, in una situazione di dialogo e scambio con la famiglia, definisce i passi da intraprendere, introducendo i momenti di  routine.

Il giorno dell’inizio dell’ambientamento viene definito in sede di colloquio iniziale e potrà essere a Giugno, frequentando però fino alle 13.00 per tutto il mese (è prevista una riduzione della retta) o a Settembre, con una frequenza per l’intera giornata (la retta è pagata per intero).

Per iniziare la frequenza alla Scuola dell’Infanzia occorre che i bambini abbiamo conquistato il controllo sfinterico.

 

METODOLOGIA

L’insegnante fissa gli obiettivi di apprendimento al fine di permettere la maturità dell’identità personale e la conquista dell’autonomia funzionale, premesse allo sviluppo di competenze più elaborate. Inoltre ci attendiamo, in questo modo, che il bambino percepisca di essere parte di un tutto stabile e sicuro, di un rapporto educativo che lo vede protagonista e che gli doni la possibilità di aprirsi verso la realtà; in tal senso la separazione temporanea dalla famiglia viene vissuta come una occasione, un’opportunità di propendere verso altre dimensioni del reale, fino ad ora rimaste sconosciute. Il ruolo dell’insegnante è pertanto quello di offrire le condizioni affinché il bambino scelga di aderire alla sua proposta, impegnandosi in essa e personalizzandola; la scelta di azione, sia esse positiva o meno, è reciprocità in quanto implica l’esistenza di una relazione educativa. Desideriamo che il bambino si rivolga alle insegnanti non solo in caso di bisogno, che abbia fiducia in loro, accettando di pranzare e dormire in un ambiente non famigliare, che emerga il desiderio di esplorare gli angoli della sezione e che il gioco inizi a trovare un suo ordine.

ATTIVITA’

Le attività connesse al progetto accoglienza si svolgono principalmente nella sezione al fine di costruire uno spazio e un tempo ordinati che trasmettano sicurezza e stabilità al bambino. La cura per lo svolgimento della routine quotidiana, l’inizio e lo sviluppo del gioco nei diversi angoli con la partecipazione e il coinvolgimento dell’adulto costituiscono il contenuto fondamentale della proposta educativa. Inizialmente il bambino è stato lasciato libero di avvicinarsi, scoprire e conoscere ciò che più lo interessa; l’insegnante ha assolto il compito di metterlo nelle condizioni di soddisfare la sua curiosità, attuando in questo frangente un’attenta opera di osservazione al fine di raccogliere indizi sulle sue caratteristiche personali e sulla particolare sensibilità nei confronti delle cose e delle persone, al fine di poter proseguire e sviluppare la proposta passando alle fasi successive. Inoltre, in questo periodo sono state individuate le regole per l’utilizzo degli spazi e dei materiali.

Questa esperienza progettuale si concluderà, ad ottobre, con un colloquio di ripresa dell’inserimento con i genitori di ciascun bambino al fine di valutare il significato di ciò che è accaduto e impostare il cammino successivo, definendo una linea d’azione comune.

A gennaio, verrà organizzata un’assemblea di sezione durante la quale verrà proposto un video caratterizzato da foto e immagini riprese che avrà lo scopo di mostrare cosa accade quando i genitori si chiudono la porta alle spalle e ci affidano i loro bambini, un modo da coinvolgerli, dargli una finestra di vita vissuta all’asilo e mostrare loro le tante conquiste che i loro figli fanno ogni giorno, soprattutto nel campo delle autonomie.

Le famiglie devono riappropriarsi della loro funzione educativa, la quale non può e non deve essere più delegata, ma assunta quale perno per la creazione di relazioni vere con i propri figli.

L’incontro con le famiglie sarà anche favorito da momenti “formali”,  quali le feste e le Assemblee di scuola.